Poco ma buono, anzi ottimo. La vendemmia 2021 sarà di alto livello, parola di Alessio Gallerini della Tenuta Barbadoro
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Poco ma buono, anzi ottimo. Il vino della vendemmia 2021 sarà qualitativamente di alto livello, ma saranno confezionate molte meno bottiglie a causa dei capricci del meteo. Alessio Gallerini, della Tenuta Barbadoro, che insieme al fratello David porta avanti l’attività di famiglia, analizza pregi e difetti di questa annata.
A che punto è la vendemmia?
“Siamo più o meno a metà raccolta. Qualitativamente siamo molto soddisfatti. I chicchi sono belli, sani e colorati: ci daranno un vino di ottimo livello. Purtroppo non possiamo dire altrettanto a livello quantitativo. Stimiamo, infatti, un calo del 40% rispetto allo scorso anno e tutto a causa della gelata che ha colpito i vigneti tra l’8 e il 9 aprile scorsi. Le piante posizionate più in basso sono state le più danneggiate. Poi abbiamo dovuto fare i conti anche con un’estate moto siccitosa”.
Quanti ettari ha la Tenuta Barbadoro?
“Abbiamo 36 ettari, di cui 28 nel Comune di Montespertoli, gli altri tra il territorio empolese, nelle frazioni di Corniola e Avane, e il Comune di Castelfiorentino”.
Quali sono i vostri prodotti di punta?
“Il II° Guido è quello che ci sta dando più soddisfazioni. Ha recentemente vinto la medaglia d’oro nel concorso mondiale di Bruxelles. Molto apprezzati sono anche Ottavino e Io Testone. I nostri sono tutti vini biologici certificati, a basso contenuto di solfiti, prodotti con le nostre uve migliori. Abbiamo vitigni di Sangiovese, Merlot, Trebbiano e Malvasia”
Quali sono i maggiori problemi che state riscontrando alla luce di un meteo sempre meno stabile?
“La tendenza, anche alle nostre latitudini, è di avere estati molte più secche. Quest’anno abbiamo avuto 80 giorni senza pioggia e con picchi anche di 39 gradi. Il clima è cambiato e anche in Toscana cominciamo ad avere problemi di siccità. Sarebbe dunque opportuno che le istituzioni cominciassero a pensare alla possibilità di costruire dei bacini idrici di raccolta di acqua piovane che, all’occorrenza, potrebbero dare sollievo a vigneti ma anche oliveti attraverso impianti di irrigazione. In questo modo non andremmo a intaccare le falde acquifere: questa è l’agricoltura sostenibile. Sono i nuovi investimenti che, a mio avviso, dovrebbero essere fatti nel settore proprio alla luce dei cambiamenti cui stiamo assistendo. Se non corriamo subito ai ripari rischiamo di non avere più quel vino che tutto il mondo ci invidia e produttori in grave difficoltà”.