Il vino dell’Associazione Produttori Colline Toscane, un prodotto da esportare
Vini più tipici, comunque ben strutturati, probabilmente meno potenti ma più equilibrati rispetto al millesimo 2017. Ecco una panoramica sulla produzione 2018 per le aziende dell’Associazione Produttori Colline Toscane.
Il presidente Diego Tomasulo. “Quest’anno abbiamo un vino più tipico, con più aromi e profumi. I cambiamenti climatici implicano un diverso lavoro in vigna, strutturato per garantire l’alto livello qualitativo richiesto dai mercati: se nella torrida estate del 2017 serviva mantenere il più possibile le foglie sulle chiome per ombreggiare i grappoli e scongiurare scottature ed appassimenti degli acini, quest’anno il lavoro è stato opposto e nelle fattorie, i viticoltori, dopo essere intervenuti con diradamenti per togliere dal vigneto il prodotto di troppo, hanno anche provveduto a sfogliare le viti per tenere i grappoli migliori il più possibile esposti all’aria ed evitare di incorrere in eventuali malattie. La raccolta delle uve di quest’anno è tornata su una tempistica più tradizionale, con una decina di giorni in ritardo rispetto alla vendemmia 2017 che era stata però straordinariamente anticipata.
L’escursione termica tra il giorno e la notte delle scorse settimane ha contribuito a conferire ai vini delle nostre aziende aromi decisi, con un buon corpo elegante, equilibrato e profumi intensi che variano in un mix di frutti di bosco, vaniglia e sensazioni di cacao.
La quantità delle uve del “Vigneto Toscano” quest’anno è stato maggiore del 20% rispetto al 2017 quando è bene ricordarlo era venuto a mancare il 40% della produzione”.
Alessio Gallerini (vicepresidente A.p.c.t. e titolare della Tenuta Barbadoro): “Non è stata un’annata eccellente come quella del 2011, ma il vino è di buona qualità. Ad incidere sulla produzione è stata la siccità di questa estate. La poca pioggia e le temperature molto elevate hanno causato una difformità nella maturazione dei grappoli generando un vino più squilibrato. Un altro problema con cui abbiamo dovuto fare i conti è la peronospora, un fungo che attacca le foglie e in seconda battuta i grappoli. A causa di questo parassita stimiamo di aver perso almeno il 20/25% della produzione”. Per chi porta avanti la filosofia del biologico difendersi dagli agenti esterni è più difficile, dal momento che ogni prodotto non naturale è bandito. “Per proteggere i nostri vigneti dobbiamo lavorare molto sulla prevenzione. Ciò significa programmare bene la ramatura delle piante, che facciamo rigorosamente con rame e zolfo; defogliare i grappoli per evitare che si formino le muffe ma anche tenere ben pulito il terreno”.
Le aziende dell’Associazione Produttori Collone Toscane che producono vino sono la Tenuta Barbadoro, l’azienda agricola Guiducci e l’azienda agricola Cipollatico.